Cos’è il vermouth e come si usa nei cocktail

Luglio 31, 2025

Il vermouth è una di quelle bevande che tutti abbiamo sentito nominare almeno una volta, magari senza sapere esattamente cosa sia. Appare nei cocktail più famosi, si beve liscio in qualche bar d’altri tempi, e ha quel fascino da drink elegante che non passa mai di moda. Ma cos’è davvero il vermouth? È un vino, un liquore, un amaro? E soprattutto: come si usa nei cocktail?

In questo articolo esploriamo tutto ciò che c’è da sapere su questa iconica bevanda aromatizzata: dalla sua composizione alle sue varianti, dai momenti migliori per gustarlo ai cocktail in cui brilla. Pronti a fare un tuffo nel mondo del vermouth?

Che tipo di liquore è il Vermouth?

Il vermouth non è un liquore in senso stretto, ma un vino aromatizzato. Nasce da una base di vino bianco o rosso, alla quale vengono aggiunti alcol neutro e una miscela di erbe, spezie, radici e fiori. Questi ingredienti macerano insieme per settimane o mesi, dando vita a un prodotto dal gusto complesso, che può essere dolce, secco, amaro o speziato.

Il grado alcolico del vermouth si aggira generalmente tra il 15% e il 18%. A seconda della ricetta, può contenere assenzio, genziana, scorza d’agrumi, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, vaniglia e molte altre botaniche.

Qual è il vino base del Vermouth?

Il vino base del vermouth è quasi sempre vino bianco secco, anche nei casi in cui il risultato finale è un vermouth rosso. In molti casi si usano vini neutri e leggeri, come il Trebbiano o il Cataratto, in modo da lasciare spazio alle note aromatiche delle spezie.

Tuttavia, per alcune varianti più strutturate o artigianali, si può partire anche da vini più complessi, come quelli ossidati o leggermente dolci. In generale, però, il vino è un supporto, non il protagonista.

Qual è la differenza tra Vermouth bianco e rosso?

Il vermouth bianco è in genere più dolce e floreale. Ha un gusto delicato, spesso con note vanigliate, agrumate o erbacee. È perfetto da bere liscio, con ghiaccio, oppure in cocktail leggeri e profumati.

Il vermouth rosso, invece, ha un sapore più intenso, con note di caramello, spezie, liquirizia e amaricanti. Nonostante il colore, spesso deriva anch’esso da vino bianco, ma viene colorato con zucchero caramellato o altri ingredienti naturali.

Quando si beve il Vermouth?

Il vermouth si può gustare in diversi momenti della giornata, ma storicamente è una bevanda da aperitivo. In Italia, ha conosciuto una vera e propria “età dell’oro” tra Ottocento e Novecento, quando si beveva liscio, con una fetta d’arancia e qualche oliva.

Oggi è tornato di moda anche come digestivo o ingrediente da cocktail, ma l’ora ideale per un buon bicchiere di vermouth resta sempre quella dell’aperitivo, magari abbinato a finger food salati o stuzzichini classici come patatine, olive e salumi.

Vermouth: come usarlo nei cocktail

Il vermouth è una colonna portante della mixology internazionale. Non è solo un ingrediente: è spesso ciò che dà rotondità, complessità e bilanciamento a drink famosissimi.

Ecco alcuni cocktail in cui il vermouth è protagonista:

  • Negroni: gin, vermouth rosso e bitter. Iconico e amaricante.
  • Americano: vermouth rosso, bitter e soda. Fresco e dissetante.
  • Martini Dry: gin e vermouth dry, con oliva o scorza di limone.
  • Manhattan: whisky, vermouth rosso e angostura. Classico e sofisticato.
  • Boulevardier: bourbon, vermouth rosso e bitter. Una variante più morbida del Negroni.

La regola d’oro per usarlo nei cocktail? Non lasciare mai che si ossidi. Una volta aperta la bottiglia, conserva il vermouth in frigo e consumalo entro 1–2 mesi.

Qual è la differenza tra Marsala e Vermut?

Marsala e vermouth sono entrambi vini fortificati, ma molto diversi tra loro. Il Marsala è un vino liquoroso siciliano, ottenuto da uve autoctone e arricchito con alcol o mosto cotto. Il suo gusto è ricco, caldo e dolce, ideale per la cucina (soprattutto nei piatti salati come il pollo al Marsala) o per essere bevuto come vino da meditazione.

Il vermouth, invece, è un vino aromatizzato con erbe e spezie, con un profilo più secco, balsamico o amaricante. Mentre il Marsala raramente entra nei cocktail, il vermouth è onnipresente nella mixology.

Qual è la differenza tra Vermouth e Martini?

Qui bisogna fare attenzione. Martini è sia un tipo di cocktail (il Dry Martini), sia un brand storico italiano di vermouth, tra i più famosi al mondo. Quindi, dipende da cosa si intende.

  • Se parliamo del cocktail Martini, è una miscela di gin e vermouth dry.
  • Se parliamo del vermouth Martini, è una marca – fondata a Torino nel 1863 – che produce diverse tipologie di vermouth: bianco, rosso, rosato, extra dry, riserva speciale, ecc.

In sintesi: tutto il Martini è vermouth, ma non tutto il vermouth è Martini.

Il Campari è un Vermouth?

No, il Campari non è un vermouth. È un bitter, ovvero un liquore amaricante ottenuto da infusi di erbe, spezie e agrumi. Ha un colore rosso brillante e un sapore deciso e inconfondibile, con forti note di genziana e arancia amara.

Tuttavia, vermouth e Campari spesso si incontrano nei cocktail: basti pensare al Negroni o all’Americano. In quei casi, il Campari fornisce l’amaro, mentre il vermouth porta morbidezza e profondità aromatica.

Qual è il Vermouth migliore?

Stabilire quale sia il “migliore” è soggettivo, perché tutto dipende dal tipo di cocktail che si vuole preparare o se si intende berlo liscio. Tuttavia, esistono vermouth artigianali e premium che godono di grande rispetto tra i bartender:

  • Vermouth di Torino (IGP), come Carpano Antica Formula, Cocchi o Mancino.
  • Vermouth francesi dry come Noilly Prat o Dolin.
  • Vermouth moderni con botaniche ricercate, spesso prodotti in piccoli lotti.

Se sei alle prime armi, inizia con un vermouth italiano classico e poi esplora il mondo degli artigianali.

Qual è il miglior Vermouth per un Americano?

Per preparare un Americano perfetto, ti serve un vermouth rosso morbido e speziato, capace di bilanciare l’amaro del bitter e la freschezza della soda.

Tra i più apprezzati:

  • Carpano Antica Formula: corposo, vanigliato, intenso.
  • Cocchi Vermouth di Torino: più secco e speziato, perfetto per chi ama un gusto equilibrato.
  • Martini Riserva Speciale Rubino: elegante e strutturato.

L’importante è che sia fresco, ben conservato e di qualità: anche un buon drink si rovina con un vermouth scadente.

Cosa si abbina al Vermouth?

Il vermouth è molto versatile anche negli abbinamenti. Liscio, si presta ad accompagnare diversi snack salati:

  • Olive verdi o nere
  • Patatine artigianali
  • Taralli pugliesi
  • Salumi e formaggi
  • Alici marinate o acciughe sott’olio

Nei cocktail, invece, può essere abbinato a:

  • Gin e bitter (per drink complessi e amaricanti)
  • Bourbon o rye whiskey (per cocktail caldi e avvolgenti)
  • Soda o acqua tonica (per un aperitivo leggero)

Come posso sostituire il Vermouth?

Hai finito il vermouth proprio mentre stai preparando un cocktail? Nessun problema: ci sono alcune alternative possibili, anche se non identiche.

Per i vermouth dry, puoi usare:

  • Sherry secco (come il Fino o Manzanilla)
  • Vino bianco secco con un goccio di angostura
  • Lillet Blanc (più dolce, ma simile)

Per i vermouth rossi, prova con:

  • Porto tawny
  • Marsala secco
  • Amari leggeri o bitter dolci, in piccole dosi
  • Vino rosso speziato, anche fatto in casa

Ovviamente, ogni sostituzione cambierà leggermente il risultato finale, ma può essere un’occasione per sperimentare un twist originale.

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